Partenza: Filorera (852 m.)
Arrivo: Alpe Pioda (1.559 m.)
Difficoltà: media (E)
Tempo di percorrenza: 5 ore
Dislivello salita: 700 m.
Dislivello discesa: 700 m.
Sviluppo: 15 km
Come arrivare: Filorera in Valmasino è raggiungibile a piedi (vedi tappa 22) oppure direttamente in auto o con mezzi pubblici (treno fino a Morbegno, poi autobus per Filorera). Per chi desidera abbreviare la gita, è possibile arrivare in automobile direttamente in Località San Martino e da lì proseguire sul sentiero descritto.
Il percorso: partendo dal “Centro Polifunzionale della Montagna” a Filorera, si attraversa il torrente Masino e si prosegue lungo la pista ciclabile che lo costeggia, passando dall’antico borgo di Visido.
Sul versante opposto è visibile un imponente masso erratico: il Sasso Remenno. Arrivati in località S. Martino, si entra nella Riserva Naturale Val di Mello, seguendo il sentiero sulla sinistra idrografica. La valle è caratterizzata dalla presenza di massi e pareti verticali, in cui gli appassionati si dedicano all’arrampicata (bouldering, climbering, alpinismo), un laghetto naturale e pozze dalle acque color smeraldo. Si prosegue per la frazione Ca’ di Carna e lungo il sentiero pianeggiante tra i prati si raggiunge Rasica, ultimo borgo rurale della Val di Mello.
Oltrepassato il torrente, il sentiero risale sino ad entrare nella Foresta Regionale “Val Masino”, dove è stato realizzato un punto panoramico da cui si ammira la vallata. Poco sopra si raggiunge l’Alpe Pioda, con i suoi due fabbricati, la cui conduzione è stata assegnata all’Associazione Mountain Wilderness e a una azienda agricola locale.
In quest’area sono presenti i caratteristici “Camer”, grandi massi parzialmente murati per il ricovero del personale e la lavorazione del latte, testimoni di una attività zootecnica di montagna arcaica che si è protratta fino agli anni ’60.
Il ritorno fino alla Rasica è sullo stesso percorso di andata, mentre dalla Rasica in poi si segue il sentiero sulla destra idrografica attraverso le località di Cascina Piana, Ca’ di Panscer, Ca’ di Rogni. A San Martino si riprende nuovamente il tracciato della pista ciclabile fino a Filorera.
Strutture ricettive: “Centro Polifunzionale della Montagna” a Filorera
Cosa vedere: Sasso Remenno – i camer – nuclei rurali in Val di Mello
Per saperne di più: Foresta Regionale Val Masino – Riserva Naturale Val di Mello
Sul versante opposto è visibile un imponente masso erratico: il Sasso Remenno. Arrivati in località S. Martino, si entra nella Riserva Naturale Val di Mello, seguendo il sentiero sulla sinistra idrografica. La valle è caratterizzata dalla presenza di massi e pareti verticali, in cui gli appassionati si dedicano all’arrampicata (bouldering, climbering, alpinismo), un laghetto naturale e pozze dalle acque color smeraldo. Si prosegue per la frazione Ca’ di Carna e lungo il sentiero pianeggiante tra i prati si raggiunge Rasica, ultimo borgo rurale della Val di Mello.
Oltrepassato il torrente, il sentiero risale sino ad entrare nella Foresta Regionale “Val Masino”, dove è stato realizzato un punto panoramico da cui si ammira la vallata. Poco sopra si raggiunge l’Alpe Pioda, con i suoi due fabbricati, la cui conduzione è stata assegnata all’Associazione Mountain Wilderness e a una azienda agricola locale.
In quest’area sono presenti i caratteristici “Camer”, grandi massi parzialmente murati per il ricovero del personale e la lavorazione del latte, testimoni di una attività zootecnica di montagna arcaica che si è protratta fino agli anni ’60.
Il ritorno fino alla Rasica è sullo stesso percorso di andata, mentre dalla Rasica in poi si segue il sentiero sulla destra idrografica attraverso le località di Cascina Piana, Ca’ di Panscer, Ca’ di Rogni. A San Martino si riprende nuovamente il tracciato della pista ciclabile fino a Filorera.
Strutture ricettive: “Centro Polifunzionale della Montagna” a Filorera
Cosa vedere: Sasso Remenno – i camer – nuclei rurali in Val di Mello
Per saperne di più: Foresta Regionale Val Masino – Riserva Naturale Val di Mello
Varianti: dalla Casera di Pioda è possibile percorrere un anello, definito “sentiero di interpretazione ambientale”, in cui si possono osservare la vecchia casera, degli abeti e larici monumentali, i “barek” (muri di recinzione in pietra per contenere il bestiame) e alcune rarità botaniche.